Il disegno di legge “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027” prevede l’estensione di alcune misure di welfare aziendale, originariamente introdotte per il 2024, fino al 2027. Se approvato, l’articolo 68 confermerà le agevolazioni fiscali previste dall’articolo 1 della legge 30 dicembre 2023, n. 213, offrendo vantaggi fiscali sui beni e servizi offerti ai dipendenti, oltre a nuove esenzioni per i lavoratori neo-assunti a tempo indeterminato.
Per il triennio 2025-2027, viene confermata la possibilità per i datori di lavoro di offrire beni e servizi ai dipendenti senza che questi concorrano a formare reddito fino a un massimo di 1.000 euro. Tale limite può essere elevato a 2.000 euro per i lavoratori con figli fiscalmente a carico, siano essi naturali, adottivi o affidati. Questi benefici includono anche il rimborso delle spese per utenze domestiche (acqua, elettricità e gas) e per l’abitazione principale, sia sotto forma di canone di locazione sia per interessi sul mutuo relativo all’abitazione principale.
Una nuova disposizione, introdotta esclusivamente per i lavoratori neoassunti a tempo indeterminato nel 2025, permette l’esclusione dal reddito di somme erogate per coprire le spese di locazione e manutenzione di immobili per un massimo di 5.000 euro all’anno, a patto che i lavoratori trasferiscano la residenza oltre 100 km dal luogo precedente per avvicinarsi alla nuova sede di lavoro. Per beneficiare di questa misura, il lavoratore deve avere un reddito da lavoro non superiore a 35.000 euro nell’anno precedente l’assunzione e deve trasferire la residenza.
Operativamente, è necessaria una dichiarazione del lavoratore che confermi il suo precedente luogo di residenza nei sei mesi antecedenti l’assunzione. Il datore di lavoro può erogare direttamente le somme al locatore o rimborsare il lavoratore che le ha sostenute.
L’articolo 68 conferma anche l’esenzione fiscale per i beni e servizi forniti ai lavoratori per il pagamento delle utenze domestiche e delle spese per la prima casa, definita come “abitazione principale”. In precedenza, l’Agenzia delle Entrate aveva precisato, nella circolare n. 5/E del 2024, che il termine “prima casa” corrisponde a “abitazione principale” in senso logico-sistematico. Per i lavoratori con figli a carico, il limite di 2.000 euro per le esenzioni vale indipendentemente dalla fruizione dell’assegno unico e universale (AUU) e in accordo con quanto previsto dall’articolo 12 del TUIR.
Infine, i datori di lavoro sono obbligati a informare preventivamente le rappresentanze sindacali unitarie, laddove presenti, su queste misure, in linea con le normative vigenti in materia di informazione sindacale.
Oltre a rappresentare una novità rispetto alle norme precedenti, se approvate, tali disposizioni potranno garantire un sollievo economico per i lavoratori e incentivare la mobilità territoriale, con benefici per le aziende e per la forza lavoro complessiva.
Indice degli articoli
- Le misure per i fringe benefit 2025 e agevolazioni neoassunti
- Manovra di bilancio 2025
- Spese sostenute dai dipendenti per l’attività sportiva dei figli. Rientra nel rimborso spese?
- Buoni pasto: luci ed ombre
- Che differenza c’è tra il fringe benefit e welfare aziendale?
- Qual è il corretto valore di welfare da assegnare nei piani aziendali?
- Welfare Aziendale in crescita nelle PMI
- Perché conviene il welfare aziendale?
- Chi possono essere i beneficiari del welfare aziendale?
- Novità nella valutazione dei fringe benefit aziendali
- Prestiti Aziendali: Rinegoziazione del Mutuo a Tasso Fisso e valore del fringe benefit
- Agenzia delle Entrate: un caffè offerto dal datore di lavoro costituisce reddito!
- Spesa percorso casa-lavoro: welfare aziendale?
- Welfare aziendale e categorie omogenee di dipendenti
- Welfare: Esclusi i trattamenti retributivi variabili individuali
- Mutui e affitti tra i fringe benefit 2024
- Interessi passivi mutuo: tra welfare e detrazione 19%
- Fringe benefit 2024: novità legge di bilancio
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