Molte aziende quando si trovano di fronte alla scelta se erogare o meno ai dipendenti premi o creare un piano di welfare aziendale, molto spesso sono indecise.
Questi dubbi dovrebbero essere facilmente superati se si considerano tutti i benefici che l’azienda trae nell’erogare il welfare ai propri dipendenti.
Il welfare aziendale conviene alle aziende perché è facile da attivare, non essendo necessario né obbligatorio il passaggio sindacale, è sufficiente individuare la categoria omogenea di dipendenti destinatari del piano di welfare, l’importo da destinare al welfare, decidere la durata del piano (almeno biennale) e dare data certa al documento che definisce questi aspetti. L’attivazione risulta già conclusa!
Il welfare aziendale conviene perché risulta completamente detassato. Se si paga un premio di 500 euro ad un lavoratore con uno stipendio medio di 2300 (una RAL annua di 30.000 euro), il costo aziendale è di 500 più i contributi sul premio (legati al tipo e alla dimensione aziendale, quindi con un’aliquota INPS dal 26 al 28% e un’aliquota INAIL dal 2 al 8-9% a seconda dell’attività) quindi pari mediamente a 155 euro. Il netto ricevuto, tolti i contributi a carico del lavoratore (9,19%) e l’aliquota IRPEF (in questo caso il 35%), il netto percepito è pari a 295 euro sui quali gravano ancora le addizionali regionali e comunali.
Il welfare aziendale permette quindi per l’azienda di sostenere una spesa di 500 euro a fronte di 500 euro di servizi effettivamente percepiti dal lavoratore.
Il welfare aziendale conviene perchè non fa cumulo con il restante reddito del dipendente e pertanto non va ad incidere sull’assegno unico erogato dall’INPS per i familiari a carico e non va ad incidere sulle detrazioni personali o del coniuge richieste dal lavoratore. Nell’esempio sopra, i 500 euro erogati al lavoratore potrebbero portarlo a superare la prima fascia di 33.274 euro prevista per il 2024 per l’assegno per il nucleo familiare, con una diminuizione dell’assegno mensile inps, nel caso di due figli, di 16 euro mensili, ovvero 192 euro annui. In questo caso sfortunato, 500 euro euro pagati al lavoratore potrebbe portarlo a percepire solamente 103 euro netti (i 295 euro che prima rimanevano, tolti i 192 euro di assegni persi)!
Il welfare aziendale conviene perchè non crea riflessi indiretti sulla retribuzione dei propri lavoratori: l’assegnazione di un premio aziendale, se ripetuta, comporta una maggiorazione dei ratei (ad esempio della 13a e della 14a) e del trattamento di fine rapporto, creando degli ulteriori costi per l’azienda, stimabili in un ulteriore 1/12 + 1/12 (dove esiste la quattordicesima) più i contributi e ([1 + 1/12 + 1/12] : 13,5 per il TFR. Quel premio ripetuto di 500 euro quindi può costare ulteriori 110 euro per i ratei circa 43 euro per il TFR! Si fa notare che il patto di conglobamento sempre più spesso viene annullato dai giudici, quindi non è sufficiente indicare che il premio è già comprensivo di tutti i ratei accessori.
Il welfare aziendale conviene perchè alla scadenza del regolamento non esiste un obbligo da parte dell’azienda di rinnovare un nuovo piano di welfare. Il premio aziendale, invece, se ripetuto nel tempo, può condurre ad una richiesta da parte di coloro che lo percepiscono di continuare ad averlo, secondo il principio di irriducibilità previsto dall’art. 2103 del codice civile.
Il Welfare aziendale conviene perché valorizza l’immagine e la reputazione dell’azienda. Il Welfare aziendale è infatti uno strumento innovativo che si è imposto negli ultimi anni grazie alla modifica introdotta all’articolo 51 TUIR e dimostra attenzione da parte dell’impresa alle novità e al loro impiego.
Il Welfare aziendale conviene perchè l’azienda, intervenendo nelle transazioni economiche e nei servizi richiesti dal lavoratore, mantiene un dialogo aperto con i propri dipendenti, incentivandoli ad usufruire dei servizi che possono essere gestiti con il welfare aziendale. I servizi incentivabili con il welfare aziendale riguardano le tematiche relative all’educazione, all’istruzione, alla ricreazione e all’assistenza sociale, sanitaria o di culto. Sono attività extra lavorative che inducono il lavoratore ad ampliare gli interessi della propria sfera personale, se non altro perchè sono gratis e spendere così il proprio pacchetto welfare!
Indice degli articoli
- Le misure per i fringe benefit 2025 e agevolazioni neoassunti
- Manovra di bilancio 2025
- Spese sostenute dai dipendenti per l’attività sportiva dei figli. Rientra nel rimborso spese?
- Buoni pasto: luci ed ombre
- Che differenza c’è tra il fringe benefit e welfare aziendale?
- Qual è il corretto valore di welfare da assegnare nei piani aziendali?
- Welfare Aziendale in crescita nelle PMI
- Perché conviene il welfare aziendale?
- Chi possono essere i beneficiari del welfare aziendale?
- Novità nella valutazione dei fringe benefit aziendali
- Prestiti Aziendali: Rinegoziazione del Mutuo a Tasso Fisso e valore del fringe benefit
- Agenzia delle Entrate: un caffè offerto dal datore di lavoro costituisce reddito!
- Spesa percorso casa-lavoro: welfare aziendale?
- Welfare aziendale e categorie omogenee di dipendenti
- Welfare: Esclusi i trattamenti retributivi variabili individuali
- Mutui e affitti tra i fringe benefit 2024
- Interessi passivi mutuo: tra welfare e detrazione 19%
- Fringe benefit 2024: novità legge di bilancio
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