Con l’interpello nr.74/2024 l’Agenzia delle Entrate affronta la questione se le spese sostenute per il tragitto casa lavoro rientrino o meno tra i beni e servizi esclusi da imposizione fiscale ai sensi dell’art. 51 comma 2 lettera f) del TUIR.
Nel caso di specie si fa riferimento ad un’azienda che vuole promuovere servizi di mobilità sostenibile (es. carsharing, bikesharing, scootersharing..) ai propri dipendenti, tramite APP dedicata che permetta ai dipendenti di usufruire di questi servizi con i costi addebitati direttamente all’azienda.
In particolare l’azienda richiedente l’interpello propone di creare un’app che permetta di condividere delle auto (e nelle giornate non di pioggia anche delle bici elettriche e dei monopattini elettrici) in modo utile al dipendente per recarsi al lavoro e tornare a casa. Le modalità di utilizzo delle autovetture è svolta in modo da evitare che il lavoratore utilizzi l’auto anche per altri tragitti rispetto a quelli casa – lavoro e che l’auto venga poi condivisa con altri utenti che possono utilizzarla sempre con la finalità tragitto casa lavoro.
L’Agenzia delle Entrate condivide che tale tipologia di utilizzo dell’auto ha finalità di educazione dei dipendenti nelle tematiche ambientali e per tale motivo considera tale spesa ammissibile alle finalità del welfare aziendale.
L’Agenzia delle Entrate risponde quindi affermativamente alla non imponibilità fiscale di tali servizi, purché il benifit venga:
- Erogato in natura;
- Reso disponibile per la generalità di dipendenti o categorie;
- Persegua finalità sociale previste dall’art. 100 TUIR (nel caso in esame tale finalità è rispettata trattandosi di mobilità sostenibile che si allinea con gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e avente finalità educativa).
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